venerdì 17 maggio 2013

LA F.LLI BENELLI



Che tristezza!!! è la sensazione che ho provato alle porte della fabbrica F.lli BENELLI di Pesaro, quando ho osservato il cartello di ingresso ed ho letto la parola "ENTRATA" tradotta anche in cinese (e non perché i cinesi siano particolari estimatori del marchio)...infatti la storica casa motociclistica italiana è recentemente passata sotto il controllo della cinese Qianjiang Group e quello che ancor più mi terrorizza è scoprire che anche l'insegna che contraddistingueva la fabbrica sita in un complesso industriale composto anche da altre aziende è "sparita"! (magari la staranno modificando per aggiungere le terrificanti lettere Qj perchè ufficialmente ora si chiama BENELLI Qj)


Quindi mi chiedo: che ne sarà della Benelli? 
Intanto riporto qualche stralcio (tratto da Wikipedia) della storia dell'Azienda pesarese ed inserisco qualche immagine nostalgica delle sue opere che, a mio avviso, hanno contraddistinto l'Italia nel settore motociclistico.

Nel 1911 la signora Teresa Boni Benelli, vedova da quattro anni, si poneva il difficile compito di assicurare un solido futuro ai sei figli Giuseppe, Giovanni, Francesco, Filippo, Domenico e Tonino (di soli nove anni).
Tutti i fratelli avevano scarsa attitudine a proseguire l'occupazione paterna nel condurre il fondo agricolo avuto in eredità e manifestavano una grande passione per la meccanica. La madre decise quindi di vendere buona parte dei terreni e di investire il ricavato per l'acquisto di alcune macchine utensili, realizzando una piccola officina nel fabbricato agricolo annesso all'abitazione. I figli maggiori, Giuseppe e Giovanni, avevano già terminato gli studi e in breve tempo l'officina iniziò a funzionare, eseguendo riparazioni e realizzando artigianalmente i pezzi di ricambio.
Data l'esiguità di veicoli a motore esistenti a Pesaro nella prima metà degli anni dieci, gli introiti non erano certo copiosi e per sbarcare il lunario venivano eseguite le più disparate lavorazioni come, in particolare, la tornitura delle canne per fucili da caccia, pezzi di precisione per motori d'aviazione, sistemi di puntamento per artiglieria.
Il funzionamento dell'azienda fu reso più difficile dall'inizio della prima guerra mondiale e, nel 1916, un violento terremoto rese inagibile l'officina e l'abitazione. La signora Teresa, tuttavia, non si perse d'animo e con l'aiuto dei parenti trovò una nuova sistemazione che consentì di riprendere l'attività.
Complice l'univoca passione per i motori, l'assenza degli apparecchi televisivi e la scarsa propensione alla vita d'osteria, i fratelli Benelli avevano preso l'abitudine di riunirsi dopo cena attorno a un tavolo per progettare, sotto la direzione di Giuseppe e Giovanni, un motore tutto loro con il quale equipaggiare una motocicletta. L'opera di progettazione, eseguita fuori dall'orario di lavoro durò otto anni e partorì un motore a due tempi di 75 cm³ che venne esposto alla 1ª Fiera campionaria di Milano del 1920, ottenendo lusinghiere critiche. Successivamente maggiorato a 98 cm³, il motore equipaggiò il primo motociclo prodotta dalla Benelli, nel 1921.
Questa moto, opportunamente modificata per le competizioni, cominciò a gareggiare nel 1923 pilotata direttamente da Antonio Benelli, detto "Tonino" il quale si laureerà Campione Italiano nel 1927, 1928, 1930 e 1931, guidando nei primi tre casi la Benelli 175 monoalbero e nel 1931 la Benelli 175 bialbero, con la quale conquista la piazza d'onore nel Campionato d'Europa, alle spalle del compagno di squadra Carlo Baschieri. Nel 1930 la Benelli aveva più di 1000 operai.
Le moto Benelli, senza Tonino che dovette interrompere la sua brillante carriera di pilota nel 1932 a causa di un incidente, risultarono comunque vittoriose, ed arrivarono a conquistare nel 1939 il prestigioso Tourist Trophy. Vittoria bissata anche nel 1950, quando Dario Ambrosini si laureerà Campione del Mondo.
Nel 1969 si aggiudicò l'ultimo Titolo Mondiale e l'ultimo Tourist Trophy nella classe 250con Kel Carruthers.
Giuseppe Benelli, in seguito a disaccordi con alcuni familiari, si stacca nel 1949 dall'azienda e fonda la MotoBi che ottiene un notevole successo con i motori orizzontali "a uovo". Dopo la morte di Giuseppe, avvenuta nel 1957, gli eredi trovano un accordo e la MotoBi si fonde con la Benelli, pur rimanendo attiva come marchio. Nel 1962 la produzione complessiva raggiunse i 300 esemplari al giorno di entrambi i marchi. Alla fine degli anni sessanta la crescente invasione dei marchi giapponesi si fa insostenibile e l'azienda pesarese inizia un rapido declino, cui i fratelli Marco e Paolo Benelli, figli di Tonino, tentano di arginare con investimenti nel campo sportivo e la progettazione di nuovi motori bicilindrici a due tempi, per la quale viene ingaggiato lo specialista tedesco Peter Dürr.
La gestione De Tomaso
Nel 1972 gli eredi Benelli decisero di vendere l'azienda all'industriale argentino Alejandro de Tomaso. Marco Benelli rimase in azienda come dirigente, mentre il fratello Paolo lasciò per dedicarsi alla Benelli Armi (che, in collaborazione con la Morbidelli, costruirà le moto da GP MBA).
Al fine di sfidare le Case giapponesi De Tomaso ordinò ai progettisti di copiare un motore Honda CB 500 Four, al fine di risparmiare tempo e denaro. Nacque così la 500 Quattro (1974) e la "sorella" Moto Guzzi GTS 350. Nonostante diversi tentativi di diversificarsi dai concorrenti giapponesi (citiamo la 750 Sei e il suo motore a sei cilindri in linea, primo al mondo su una moto stradale, che nel 1979 sarà portato a 900 cm³.), una fusione con l'acerrima rivale (nelle corse) Moto Guzzi nel 1988 nella Guzzi-Benelli Moto (G.B.M. S.p.A.), l'attività produttiva si ridusse ai minimi termini: nel 1989 solo un'ottantina di operai lavoravano, mentre altri 153 erano in cassa integrazione.
Giancarlo Selci, ex dipendente Benelli e titolare della Biesse, rilevò la Casa pesarese nel 1989 tentando un rilancio che non ebbe successo; l'attività riprende solo nel 1995 quando Andrea Merloni acquisisce il marchio e lancia una serie di scooter per dare immediato ossigeno alle casse ed organizzare la rete di vendita ed assistenza, al fine di prepararsi al meglio al rientro di Benelli nel settore moto. Gli importanti investimenti stanziati porteranno finalmente alla nascita dell'eccezionale Tornado 900 Tre, una moto sportiva pura, dotata di un motore a 3 cilindri in linea che presentava una inedita disposizione del radiatore di raffreddamento posizionato sotto il codino posteriore e dotato di due ventole di aspirazione forzata dell'aria di scenografico effetto. Andrea Merloni tentò anche l'avventura del Campionato Mondiale Superbike per le derivate dalla serie, cogliendo nel primo anno di partecipazione qualche punto in classifica. Considerazioni di carattere economico spinsero ad interrompere la partecipazione alle gare in breve tempo. 
Nel 2004 Benelli irrompe con il nuovo modello TNT, una roadster caratterizzata dallo stesso motore a 3 cilindri portato ad una cilindrata di 1130 cm³, disposizione laterale sdoppiata del radiatore di raffreddamento ed un telaio che utilizzava tecnologie aeronautiche per la sua realizzazione. La rivista tedesca Motorrad Magazine premia la TNT come miglior moto dell'anno 2004.
Gli ingenti investimenti schiacciano, però, nuovamente la Benelli nel baratro delle difficoltà finanziarie, e nel corso del 2005 la società sospende la produzione.
Qianjiang Group
L'azienda viene rilevata immediatamente dopo, nel settembre 2005, dalla Qianjiang Group, società cinese costruttrice di piccoli motocicli e motori, che decide di mantenere l'attività produttiva e di engineering a Pesaro, affidando l'azienda all'amministratrice unica Yan Haimei. La produzione di moto riparte quasi immediatamente, il montaggio dei motori a 3 cilindri (precedentemente eseguita dalla Franco Morini Motori) viene riportata in casa, la gamma scooter viene altresì riavviata con motori di provenienza cinese.
Al 63º Salone di Milano del novembre 2005 Benelli quindi si ripresenta viva, aggiorna la Tornado con il motore da 1130 cm³ della TNT, dalla quale fa anche derivare una versione più alta e più motard denominata ufficialmente Tre 1130 K (spesso chiamata semplicemente TreK).
Il 6 luglio 2010 subentra al direttore tecnico Pierluigi Marconi l'ex manager Yamaha Claudio Consonni, già responsabile di produzione dello stabilimento Yamaha Motor Italia di Lesmo. Il 28 settembre 2012 si è concluso l'incarico di Consonni. Benelli è presente anche al 70° salone del motociclo di Milano (2012) presentando una naked 4 cilindri di 600 cc e due piccole moto di 150 e 250 cc in uscita nel 2013
Celebrazioni del centenario della Benelli 
Nel 2011 (anno del 100º anniversario) si è svolta a Pesaro una grande festa durata una settimana che ha coinvolto tutti gli appassionati e i possessori di motociclette Benelli da tutto il mondo. Nello stesso anno al salone del motociclo di Milano la Benelli ha annunciato nuovi modelli tra cui un motard di 250 cm³, una bicilindrica di 750 cm³ già presentata nel 2006 e alcuni scooter di 150 cm³ in uscita entro i prossimi 2 anni.

Staremo a vedere e soprattutto a sperare!!!













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