giovedì 28 marzo 2013

DUCATI: dal CUCCIOLO alla SCRAMBLER


Le grandi cose nascono da piccole invenzioni…e Ducati non fa eccezione.
Infatti forse non tutti sanno che i fratelli Adriano, Marcello e Bruno Ducati, decisero di unire i loro sforzi nel 1926 e crearono una azienda per la costruzione di componenti elettrici, macchine fotografiche e radio.
E’ solo con il dopoguerra che si appassionarono al settore dei motori e decisero di creare un piccolo 50 cc: lo chiamarono amorevolmente “Cucciolo”.
Cucciolo di nome ma Belva di cuore…infatti, il modo migliore per farsi conoscere è partecipare alle competizioni e i fratelli prepararono questo piccolo motore portandolo a vincere numerosi record di velocità nella classe 50 cc.
Dopo le prime motociclette leggere di 65cc e 98 cc, la notorietà iniziò ad arrivare e doveroso fu, a partire dai primi anni 50, il passaggio a cilindrate più importanti.
Serviva un nuovo motore…così il compito fu assegnato a Taglioni, che arrivando dalla Mondial, aveva l'esperienza sufficiente per crearne uno sufficientemente performante per partecipare e, soprattutto vincere, la più ambita competizione italiana: la Milano-Taranto.
Nasceva così un motore che ha fatto scuola: il primo monocilindrico monoalbero con distribuzione ad alberello e coppie coniche…e non solo…Taglioni creò anche il primo motore con comando desmodromico delle valvole. Erano scelte diverse, costose ma raffinate e soprattutto vincenti!
Da questo punto Ducati fu sempre più vincente e la sua fama arrivò oltre-oceano tanto da decidere di iniziare ad esportare le opere; tal compito fu affidato ai fratelli Berliner di New York, i quali fecero presente che era necessario avere motociclette "piccole" e allo stesso tempo "potenti", capaci di viaggiare su strade asfaltate ma anche fuoristrada .
E’ con la spinta del mercato americano che Ducati inventò così la sua Scrambler, una sorta di moto da cross dalle linee dolci, curata nei particolari e con parafango basso.
Era inizialmente equipaggiata con un mono da 250cc (che in precedenza era utilizzato dalla Diana), ma serviva una cilindrata che permettesse di macinare più chilometri.
Taglioni  così si mise al lavoro e modificò il piccolo 250cc portandolo fino a 450cc definendo i nuovi motori: “a carter largo”.
La Scrambler era prodotta in tre cilindrate 250-350-450 cc. Oggi si trovano a costi elevati a testimonianza di quanto questa motocicletta abbia segnato il suo tempo. Si dice che la 450 sia una "spacca-caviglie"...altro che "cucciolo"!!!






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